Sono un medico chirurgo e mi occupo di patologie dell'apparato digerente e di endoscopia digestiva chirurgica. Questo sito nasce per dare risposte alle domande che più di frequente i miei pazienti mi rivolgono.
Studio medico
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Uno dei principali obiettivi della chirurgia moderna è la ripresa delle attività quotidiane, perseguito con approccio sempre meno invasivo, con una tipologia di anestesia sempre più minimale e riducendo il più possibile la degenza postoperatoria. Sono scelte che consentono, per alcuni tipi di intervento eseguibili in regime di Day Surgery (tipologia di ricovero che prevede al massimo una notte in ospedale), di essere dimessi la stessa giornata dell’intervento chirurgico e riprendere le normali attività domestiche.
Quella della doccia e di quando lavarsi dopo un intervento è una domanda che mi viene posta ogni volta che opero una persona. Così ho deciso di chiarirvi le idee. Per rispondervi, mi sono documentato ricercando testi specifici sui maggiori motori di ricerca medici. Ho trovato un articolo dal titolo “Early versus delayed post-operative bathing or showering to prevent wound complications” nell’autorevole The Cochrane Library. Ritengo sia utile illustrarvelo in questo articolo.
La prima cosa da fare per prenderti cura di una ferita chirurgica consiste nella pulizia della ferita stessa proteggendola dall’aggressione da parte di microrganismi e batteri, per evitare infezioni. Il primo giorno lascia la ferita com’è. È durante le prime 24 ore che inizia il processo di cicatrizzazione dei margini della ferita.
Dopo qualsiasi intervento chirurgico è bene seguire delle semplici norme comportamentali alimentari quali evitare cotture complesse e speziate, bere tanta acqua (almeno due litri al giorno), masticare bene il cibo al fine di coadiuvare la digestione rendendola più veloce. Ogni intervento chirurgico prevede l’attenzione nell’alimentazione dopo la dimissione, ognuno con le proprie caratteristiche e il relativo regime dietetico.
Spesso, nel momento del bisogno, ci si trova a dover fronteggiare improvvisamente una situazione dolorosa, senza avere il tempo di consultare un medico specialista: si utilizzano antichi rimedi fai da te, senza conoscerne a fondo i fondamenti e i loro effetti. Ad esempio, nel caso della patologia emorroidaria, spesso ci si chiede se l’applicazione locale di ghiaccio o lavaggi con acqua fredda possano migliorare la sintomatologia, spesso dolorosa, che si associa alla patologia.
Questo è il titolo della mia tesi del Master annuale di ecografia. È dedicata all’endosonografia transanale ed è stata recentemente segnalata da SICCR – Società Italiana Chirurgia Colorettale. Se vi va di dare un’occhiata al documento – è in lingua inglese – potete scaricarlo dall’area delle letture suggerite del sito web. Alla stesura del testo hanno collaborato Valeria Quintodei e Giacomo Borroni.