La tecnica THD (Transanal Haemorroidal Dearterialization) è un metodo di trattamento efficace e mininvasivo per la cura delle emorroidi interne (o prolasso mucoemorroidario) di 2° e 3° grado.
Concettualmente si differenzia dall’intervento chirurgico tradizionale di riferimento (emorroidectomia secondo Milligan-Morgan), perchè non vi è asportazione del tessuto emorroidario.
Mediante una strumentazione dedicata con sonda doppler introdotta attraverso l’ano, si esegue la ricerca dei rami dell’arteria emorroidaria superiore che riforniscono le emorroidi e si legano le arterie emorroidarie così da toglier il flusso ematico. Infine, si pratica la proctopessia cioè un vero e proprio “lifting” del tessuto mucoemorroidario che prolassa verso l’esterno dell’ano.
Pratico questo intervento generalmente in sedazione profonda ed anestesia locale, raramente in anestesia spinale, per evitare interferenze con l’apparato urinario (ritenzione urinaria). Questo approccio anestesiologico mi consente di poter dimettere il paziente dopo qualche ora dalla procedura.
Mediamente, in accordo con la letteratura internazionale, la quantità di dolore accusato dal paziente è inferiore e più breve rispetto alla tecnica tradizionale e paragonabile al più noto intervento di Longo eseguito con impiego di suturatrice meccanica transanale.
La ripresa dell’attività lavorativa o ludica è più rapida, le complicanze minori sono contenute (24%) e mai gravi come invece potrebbe avvenire per la tecnica di Longo (che riservo ai prolassi mucoemorroidari circonferenziali di 3-4° grado) e per la Milligan-Morgan.Non si praticano lesioni del canale anale e non si devono applicare più volte al giorno trattamenti topici (pomate, schiume, unguenti ecc.).
Il tasso di reintervento per recidiva a 3 anni è del 14%.